Combat Training su Kombatnet – Intervista con Yuri Refolo, il fondatore del Social numero 1 per SdC

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Ciao a tutti!!!

In questi giorni ho avuto l'opportunità di farmi una bella chiacchierata con Yuri Refolo, atleta di Muay Thai nonché fondatore di Kombatnet, il primo social network dedicato agli Sport da Combattimento e alle Arti Marziali.

E' stato un vero piacere essere suo ospite, pertanto voglio condividere con voi l'intervista che mi ha fatto in merito al progetto "Combat Training - MAX PERFORMANCE FIGHTING" che sto portando avanti da diverso tempo.

 

Ciao Graziano, grazie per il tuo tempo e la tua disponibilità!

Ciao Yuri, macchè!!! Grazie a te per la preziosa opportunità che mi hai dato!! Al giorno d’oggi è raro trovare persone che mettono prima di tutto la propria passione in ciò che fanno come fai tu!!

 

Raccontaci come nasce il progetto Combat Training.

Allora, molto brevemente, il progetto Combat Training nasce da un’esigenza che, nel tempo, ho riscontrato non essere solo mia, bensì della maggior dei praticanti di SdC. Questa esigenza era (ed è tuttora) quella di avere una preparazione atletica che sia adatta e adattata alle esigenze della propria disciplina praticata.

A differenza degli altri sport dove viene creata una programmazione dell’allenamento specifica per la disciplina, nella maggior parte delle palestre di SdC questo non avviene e ci si affida semplicemente alle conoscenze dell’istruttore tecnico che, per quanto bravo e competente possa essere, è pur sempre un tecnico con tanta esperienza sul campo, ma poco background in termini di principi dell’allenamento sportivo.

Ne risulta dunque che i fighter, una volta che accrescono le proprie conoscenze, comprendono che manca qualcosa, quel qualcosa in più in termini prestazionali che alla fine vanno a ricercare nelle sale pesi, nel crossfit, in piscina ecc ecc

Ecco perché nasce il Combat Training, proprio per fornire un aiuto concreto, una programmazione dell’allenamento specifica per gli SdC, che viene cucita su misura al fighter al fine di renderlo più performante, incrementando enormemente la possibilità di infliggere colpi da KO ed aumentare resistenza fisica e lucidità mentale all’ennesima potenza.

 

Parlaci della tua passione per le arti marziali e gli sport da combattimento: quali discipline hai praticato?

Fin da piccolo sognavo di combattere, tant’è che già a 5 anni rubavo il manico della scopa di mia madre per mettermi in cortile ed emulare i grandi combattenti della storia. A causa di diversi problemi familiari però ho dovuto aspettare l’adolescenza per iniziare ad allenarmi, in quanto dovevo lavorare per pagarmi la palestra.

Ho iniziato con il Wushu, negli anni sono poi passato a qualcosa di più concreto e, parere personale, conciso in termini di applicazione pratica (non me ne vogliano i marzialisti) come la boxe cinese, la muay thai, la kick-boxing, il k-1 ed il pugilato. Nonostante abbia sempre prediletto gli SdC di tipo striking, ultimamente mi balena in testa l’idea di allargare i miei orizzonti cimentandomi anche nel BJJ.

 

Hai al tuo attivo match da professionista e combatti ancora (Covid permettendo…)?

COVID permettendo era mia intenzione ritornare a combattere a dicembre. Dopo lo stop forzato di alcuni anni causa lavoro, famiglia, università e casa, ho ritrovato il giusto equilibrio per allenarmi correttamente. Allo stato attuale ho all’attivo 10 combattimenti raccolti tra le varie discipline…

Hai affiancato alla pratica della disciplina sportiva anche uno studio approfondito di livello universitario, laureandoti in Scienze Motorie. Quanto e come ti è servito ampliare il tuo bagaglio di conoscenze teoriche?

Leggendo questa risposta probabilmente qualche collega laureato in Scienze Motorie è probabile che storcerà il naso. Ti sembrerà strano, ma devo confessarti che, consapevole del titolo di Dottore in Scienze Motorie che posseggo, la maggior parte delle cose che applico nella preparazione atletica per Sdc non le ho imparate all’università, bensì facendo corsi e studiando libri extrauniversitari. Per carità non è mia intenzione sminuirla, ma le discipline trattate all’università sono fin troppo accademiche e poco pratiche, non a caso io per continuare ad imparare e migliorarmi continuo a farmi seguire da preparatori più esperti di me nonostante sia nel campo da oltre 10 anni, proprio per avere un confronto continuo e, soprattutto, pratico e immediatamente attuabile.

Diciamo che in sostanza, l’università mi è stata molto utile fornendomi quelle nozioni teoriche e di base per capire e studiare velocemente i testi extrauniversitari (un libro specifico me lo “divoro” nel giro di uno o due mesi senza problemi)

 

C’è una differenza fondamentale tra preparatore tecnico e preparatore atletico: puoi dirci la tua opinione al riguardo?

La differenza c’è ed è pure non fondamentale, ma imprescindibile e utilissima negli SdC come in qualsiasi altro sport.

Per farla breve, il preparatore Tecnico “dovrebbe” occuparsi solo di Tecnica, Tattica e strategia di lavoro sul ring/gabbia/tatami. Mentre il preparatore Atletico, con una periodizzazione dell’allenamento creata appositamente per quell’atleta, “dovrebbe” far sì che il fighter raggiunga una prestazione atletica il più elevata possibile il giorno del match, al fine di rendere realmente efficaci ed efficienti le tecniche e le strategie concordate con il tecnico.

Entrambe le figure non si possono sostituire e/o scambiare perché ognuno di loro ha il proprio background di conoscenze che sono appunto diversi.

Se andiamo a vedere in qualsiasi altro sport, anche a livelli molto bassi, vediamo che è quasi sempre presente questa differenza di figure. Senza andare nemmeno troppo lontano, ti basta fare un giro in una semplice palestra di avviamento alla pallavolo o al calcio. In entrambi i casi noterai che c’è il preparatore atletico che si concentra a come far migliorare atleticamente i propri allievi, e il tecnico che invece si concentra sulla strategia di gioco. Come già detto non si possono scambiare anzi, devono collaborare a stretto contatto tra loro, cosicché il tecnico possa piazzare gli atleti in base alla loro prestazione atletica, ed il preparatore atletico li possa allenare in base alla mansione che gli è stata data.

Purtroppo tutto questo negli SdC non succede ancora nonostante siamo nel 2020, anzi il preparatore atletico viene spesso visto dai tecnici come il “saccente” che vuole sostituirsi a lui, quando invece dovrebbero camminare INSIEME su due binari paralleli verso l’unico obiettivo fondamentale, vincere il match.

 

Quali sono gli errori comuni e le dimenticanze che vengono commesse, a tuo avviso, da un preparatore tecnico?

Chiariamo intanto subito una cosa: ho profonda stima e rispetto dei preparatori tecnici che, nonostante le difficoltà, i tempi e le attrezzature limitate, riescono a sfornare atleti che raggiungono ottimi risultati solo spaccandosi il c**o al massimo tutto l’anno. Ma cosa succederebbe se, a queste stesse persone che hanno raggiunto risultati degni di nota, gli si somministrasse una programmazione dell’allenamento creata ad hoc? Penso che uscirebbero semplicemente molti più atleti agonisti in proporzione al numero di persone allenate e sicuramente uscirebbero anche molti più atleti che porterebbero risultati importanti. L’errore più comune che viene fatto è quello di non cercare collaborazioni con gli esperti di altri settori, che non sia solo il preparatore atletico, ma siano anche il nutrizionista, il fisioterapista ecc ecc

 

Quali sono gli errori più comuni che si possono notare (ed evitare) in un classico allenamento di uno sport da combattimento?

In questi anni per motivi di lavoro ho avuto la possibilità di girare l’Italia e, da buon atleta appassionato, ogni volta che ero in una città diversa la prima cosa che facevo era trovare una palestra dove allenarmi.

Puntualmente, al netto di casi eccezionali, di riscontrava questo tipo di allenamento:

  • Riscaldamento fatto da corsa, alternata ad esercizi spesso a corpo libero e poi stretching passivo
  • Corpo dell’allenamento dove spesso ci si allena con un circuit training o cose similari
  • Parte finale dove si lavora su tecniche specifiche o sullo sparring

In questa tipica sequenza ci sono degli “errori” che, soltanto evitandoli, si otterrebbero dei benefici migliorati in termini prestazionali senza fatica.

Ti porto qualche esempio.

Al posto del classico riscaldamento, lavorare su mobilità articolare e sul tessuto miofasciale ti permette di “scaldare e preparare” il tuo corpo senza affaticare la mente

Utilizzare lavori di controllo motorio e mobilità articolare, si può incrementare la propria flessibilità molto più velocemente rispetto al classico stretching passivo

Lavorare sull’allenamento tecnico dopo il corpo dell’allenamento quando si è già mentalmente stanchi è quasi controproducente perché il cervello dell’atleta è già “cotto” e poco recettivo agli stimoli e alle nuove tecniche che dovrebbe acquisire. Per ovviare a ciò basterebbe invertire l’ordine dell’allenamento prestazionale con quello tecnico che quindi verrebbe fatto subito dopo il riscaldamento.

Fare queste piccole e semplici modifiche, comporterebbe non pochi vantaggi sia per gli atleti che per gli istruttori.

 

Uno dei tuoi ultimi articoli parla di una cosa strana, addirittura esclamando che un’agonista non lo leggerà mai! Di che si tratta?

Semplice, in questo articolo parlo un po’ del mio modo di pensare metodico, logico e oggettivamente corretto. Ed è il principio fondamentale che voglio trasmettere a tutti gli atleti che seguo, ovvero bisogna decidere qual è il proprio obiettivo, metabolizzare e comprendere per bene cosa bisogna fare e subito buttarsi a capofitto per raggiungerlo senza se e senza ma.

Questo articolo l’ho scritto di proposito per dare una smossa a tutti quelli che vorrebbero raggiungere dei traguardi sportivi importanti ma rimangono imbrigliati nel “ma non ho tempo” o nel “mia mamma non mi fa seguire la dieta”…

Perché il mondo è pieno di gente negativa che ti butta m***a addosso solo per poter dire “se non ce la faccio io, non ce la deve fare neppure lui”, quindi questo articolo vuole fare vedere le cose da un altro punto di vista, da un punto di vista che risulta vincente sempre nel lungo periodo, ma che solo chi ha il coraggio reale di buttarsi senza paracadute verso i propri obiettivi riuscirà a raggiungere.

 

Qual è la tua filosofia lavorativa e come sviluppi gli allenamenti per i tuoi fighter?

Avendo sviluppato una mentalità che mette sempre la logica e la quantificazione oggettiva delle cose nella vita, ciò che faccio per sviluppare gli allenamenti per i miei atleti è appunto molto semplice e lineare:

Definizione dell’obiettivo (quando e dove sarà svolto?)

Quantificazione oggettiva del punto di partenza dell’atleta attraverso i test (test prestazionali, monitoraggio dei parametri corporei e dell’alimentazione)

Creazione del piano d’allenamento in base ai dati raccolti in precedenza

Test periodici per monitorare lo stato di avanzamento verso l’obiettivo con eventuali aggiustamenti in base alle risposte

 

Quali sono le differenze che noti nel metodo di allenamento tra Italia e resto del mondo?

Ciò che noto, purtroppo, è che spesso e volentieri un fighter per emergere davvero deve emigrare fuori. Questo è dovuto al fatto che nel resto del mondo si hanno molte più possibilità di essere seguiti ed allenati correttamente, mentre invece in italia non è così. Perchè se fosse così, io non avevo nemmeno bisogno di trovarmi il preparatore in alt’Italia perchè lo potevo trovare benissimo vicino casa. Invece mi accorgo che ancora molti sono rimasti fossilizzati al body building, a “i pesi rallentano il gesto” e al “vuoto con i pesetti per aumentare la velocità”

 

Il preparatore atletico, il preparatore tecnico, l’allenatore, il dietologo fanno parte di una cerchia di persone che contribuiscono allo sviluppo ed al successo dell’atleta. Come ti rapporti con le altre figure che ruotano attorno al fighter?

Da preparatore atletico per SdC mi limito a fare ciò che so fare, ovvero periodizzazione e programmazione dell’allenamento per il fighter. Quando qualcuno mi chiede se gli posso insegnare delle combinazioni io lo rimando SEMPRE a dei Tecnici che considero realmente validi in quanto non è il mio campo. Voglio far presente questo perché nel tempo sto creando una rete di professionisti ognuno nel proprio settore perché questo è il modo migliore per operare su un fighter e per allargare il proprio bagaglio culturale. Reputo che il tuttologo alla fine non conosce nulla a fondo, pertanto tendo sempre ad evitare quelli che vogliono sostituirsi al fisioterapista o al nutrizionista.

Allo stato attuale, se un mio atleta deve dimagrire per rientrare in categoria di peso, lo mando dal nutrizionista che sa come gestire i macronutrienti del fighter, se si è infortunato lo mando dal fisioterapista che conosce gli infortuni più comuni che può avere un fighter e così via dicendo…

 

Questo è un periodo difficile per chi pratica uno sport da combattimento: le crisi economiche cicliche e la pandemia di Covid vanno a minare un terreno già difficile. Come vedi il futuro per i fighter italiani ed esteri?

Guarda, in maniera molto cinica ciò che mi ripeto sempre e ogni giorno è questa frase:

Nella vita non sopravvive né il più forte, né il più intelligente… sopravvive chi si sa adattare.

Ed io faccio proprio questo, nei limiti delle mie possibilità mi adatto alla situazione.

Mi chiudi le palestre? Pazienza mi alleno in garage…

Mi annulli le gare? Pazienza mantengo la prestazione attuale così da esser pronto quando potranno essere effettuate

Non mi lascio abbattere dal problema, mi focalizzo solo sulla soluzione.

A valle di ciò, il futuro per i fighter italiani può essere roseo solo se lo vorranno loro, magari adesso ci saranno più difficoltà da superare, ma se ci si limita solo a sedersi sul divano a guardare gli incontri stranieri e dire “eh però in Thailandia/in America/in Giappone continuano a combattere” quando tu invece non fai nulla per essere pronto a livello atletico per la prossima possibilità di combattere, allora il futuro è già perso in partenza…

 

La rete offre grandi possibilità oggi e molti fighter hanno imparato ad utilizzarla per ampliare le proprie possibilità. Quanto sei attivo sulla rete e sui social?

Allo stato attuale ho aperto un canale Youtube, Combat Training, nella quale pubblico video allenamenti. A breve dovrei iniziare a pubblicare video dove smentisco molti miti che ancora permangono nelle palestra per SdC

Sono presente anche su Instagram come Graziano Combat Training e su Facebook con la pagina Combat Training.

Sono presente anche su Kombatnet sia con il profilo personale che con il gruppo Combat Training – Max Performance Fighting. Quest’ultimo gruppo a breve lo lancerò anche su Facebook.

Infine, ho lanciato da poco il sito internet combattraining.it, un blog dove periodicamente pubblico articoli utili a fighter e preparatori che sono all’interno degli SdC.

Per finire, mi sto già cimentando nella scrittura di un libro inerente la preparazione Atletica per Sport da Combattimento e, se ci si iscrive alla newsletter del sito, si può ricevere l’anteprima di questo libro.

Progetti per il futuro?

Guarda, ho qualche progetto messo da parte per il futuro sempre inerente la preparazione atletica per sport da combattimento, ma non posso parlartene perché voglio che sia una sorpresa per tutti quelli che mi seguono…

 

Come possono mettersi in contatto con te i fighter che volessero contattarti?

Essendo molto attivo online gli basta mandarmi un messaggio da qualsiasi parte…

Rispondo sempre ai commenti, sono molto disponibile alle discussioni costruttive (come dimostrano anche le recensioni che mi lasciano sulla pagina), ma se vogliono entrare realmente a contatto con me, possono benissimo contattarmi su WhatsApp al 340 2974127… ho sempre il cell a portata di mano e, anche se non rispondo nell’immediato, nella maggior parte dei casi rispondo sempre in giornata

 

Grazie mille per il tuo tempo e la tua disponibilità, ci leggiamo su Kombatnet!

 

Yuri, grazie mille a te per avermi dato la possibilità di parlare di ciò che faccio da ormai più di 10 anni!!! Ci leggiamo su Kombatnet e, come dico sempre…

PER ASPERA AD ASTRA