Le 8 Abilità Biomotorie assolutamente necessarie per un Fighter (Parte 1)

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Per svariati secoli, le arti marziali (da cui derivano gran parte degli sport da combattimento di oggi) venivano praticate allo scopo di mantenersi in forma e per difendersi. Per adempiere al meglio in questi obiettivi, tutti i praticanti (dagli adolescenti ai più esperti) si basavano fermamente sui fondamentali tecnici, sulla disciplina, sulla pratica costante e sulla creazione di un processo d’allenamento sistematico nel lungo periodo. Quando, soprattutto dalla seconda metà del ‘900, le arti marziali e gli SdC iniziarono ad essere viste da un punto di vista atletico, si notò che ogni disciplina si distingueva dalle altre a secondo delle richieste specifiche che, comunque, possono essere divise sostanzialmente in due grandi gruppi: discipline di grappling (maggiore richiesta di forza, flessibilità e resistenza) e discipline di striking (maggiore richiesta di velocità, coordinazione e agilità).

In questo contesto evolutivo degli SdC e delle AM, si è fatta strada negli anni l’esigenza di comprendere come ottimizzare le abilità biomotorie (in gergo: capacità fisiche), che però purtroppo la maggior parte degli istruttori non conoscono. Questa NON CONOSCENZA di come ottimizzare gli allenamenti non accade per ignoranza o per mancanza di intelletto, ma accade perché, semplicemente, nessuno ha mai fatto presente agli istruttori delle discipline come sia possibile allenare differenti abilità motorie senza peccare in altre. Quando si è dei fighter principianti o intermedi, è molto più facile sviluppare svariate abilità biomotorie contemporaneamente, proprio per questo è così diffuso il modo di allenare a classi.

I fighter d’élite, d’altro canto, possono invece ottenere maggiori benefici da periodi d’allenamento specifici dove ci si concentra a sviluppare determinate abilità biomotorie che, nel caso specifico, potrebbero essere l’anello debole della catena che costituisce la propria performance.

Proprio per questo, iniziando con il primo di una lunga serie di articoli, ho deciso di parlarti delle 8 abilità biomotorie di cui necessita assolutamente il fighter, le loro caratteristiche, come allenarle e quali errori evitare. Insomma, nel corso dei vari articoli che verranno periodicamente pubblicati è mia intenzione farti comprendere tutto quello che è necessario per allenarti e far allenare con criterio.

In questo articolo ti presento le prime 3 abilità evitando così di farlo diventare un intero libro. Volutamente non sono entrato nello specifico di come allenarle poiché su questo argomento scriverò successivamente un articolo dedicato. Sei pronto? Allora iniziamo:

  • VELOCITÀ

Tra tutte le qualità atletiche, la velocità è la più richiesta e ricercata. Dalla corsa di velocità nei 100 mt sprint allo sferrare un calcio o un pugno, la velocità è la qualità di cui tutti i commentatori sportivi parlano e in cui tutti gli atleti danno sempre il massimo per migliorarla. La velocità può anche essere vista, per esempio, in una proiezione di BJJ e nello schivare e contrattaccare in una qualsiasi disciplina di SdC. Qualunque sia il tuo sport, la velocità è una qualità deve assolutamente essere allenata.

I muscoli che permettono ad un atleta di muoversi velocemente e produrre forza nel minor tempo possibile sono governati dal sistema nervoso. Come risultato, se l’allenamento è fatto bene, tutte le abilità biomotorie si sviluppano in modo complementare ma, ad ogni modo, è doveroso chiarire che la velocità può e deve essere allenata in uno stato di “freschezza” mentale e fisica (quindi non quando si è già stanchi). Inoltre, è un dato di fatto che la velocità dipende anche dalla tecnica, quindi mai sacrificare le abilità tecniche per trovare beneficio in altre abilità della performance.

  • AGILITÀ

L’agilità è quella capacità biomotoria che ti permette di “separare” gli atleti buoni dagli atleti d’eccellenza. L’abilità di reagire ed esplodere o decelerare e cambiare repentinamente la direzione di un calcio o di un pugno, di una proiezione dell’avversario, ne sono un classico esempio. Quest’abilità può essere innata, ma può anche essere allenata. L’obiettivo dell’allenamento dell’agilità è imparare a saper fare bene le giuste mosse che vengono richieste dalla situazione e dalle posizioni e condizioni sfavorevoli in cui ci si trova. Negli SdC in particolare, i fighter devono costantemente reagire e cambiare posizione in base alle azioni dell’avversario. Per massimizzare questa abilità, gli atleti necessitano di sviluppare la consapevolezza del proprio corpo nello spazio e, per fare ciò, possono provare le diverse combinazioni tecnico-tattiche eseguite in quanti più ambiti differenti e che rappresentino il più fedelmente possibile le condizioni dei match ufficiali, aiutandoli così nei combattimenti e minimizzando il rischio di infortunio o di trovarsi impreparati a determinate situazioni.

  • POTENZA

La potenza è la componente chiave del successo di arti marziali e Sport da Combattimento in quanto aumenta lo scatto e la reattività di un calcio, di un pugno o di una proiezione negli sport di grappling. Per l’importanza che riveste questa caratteristica, i fighter dedicano molto tempo a migliorarla lavorando principalmente a livello sport-specifico, ad esempio sull’esplosività dei calci e dei pugni in base alla disciplina. Ma lo sviluppo della potenza può essere aumentato dedicando anche del tempo a sedute d’allenamento separate dove si va a lavorare sull’incremento della potenza generale. Ci sono molti modi per poterlo fare come, ad esempio, utilizzare gli sprint di corsa, lo skip, i salti, gli esercizi di lancio della palla medica, i movimenti di pesistica olimpica e molte altre strategie tipiche delle sale-attrezzi che possono aiutare il fighter a migliorare la potenza nella propria disciplina.

Nel prossimo articolo andremo a vedere le successive 3 abilità biomotorie di cui un fighter necessita assolutamente, ovvero FORZA, FLESSIBILITÀ ed EQUILIBRIO.

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