Nella maggior parte dei casi, l’acerrimo nemico di fighter subito dopo il suo avversario, è senza dubbio il rientro in categoria di PESO.
Spesso infatti per rientrare in categoria, si ricorre a svariati stratagemmi a volte non molto salutari e a volte molto aggressivi e dannosi (utilizzo di lassativi, tantissime ore di lavoro aerobico con tute termiche, allenamenti effettuati dentro una sauna ecc..), che possono portare anche cali considerevoli della prestazione sportiva stessa.
Tali procedure possono essere molto pericolose se non controllate.
Un esempio eclatante fu il caso di Chung Se-hoon (22 anni, 74 kg), trovato morto dentro una sauna per un attacco di cuore.
Doveva essere il probabile vincitore della categoria 65 kg di judo alle Olimpiadi di Atlanta e per rientrare in categoria di peso stava seguendo un regime alimentare molto restrittivo già tre mesi prima delle gare.
Ma la rapida perdita di peso è davvero così pericolosa da effettuare? Vi sono davvero tutti questi effetti negativi?
Sebbene il calo peso abbia un impatto fisiologico indiscusso, gli effetti sulle prestazioni sportive sono molto controverse poiché diversi studi effettuati nel corso del tempo hanno prodotto risultati discordanti.
Prima di tutto: è davvero così importante effettuare il calo peso? Nella maggior parte dei casi la risposta è SI.
In quasi, se non in tutti gli sport di combattimento, gli atleti vengono classificati in base al proprio peso in modo da ottenere, a mio personale parere solo in linea teorica, combattimenti più equi in termini di dimensioni del corpo, forza e agilità.
La procedura del calo peso viene utilizzata per riuscire a rientrare nella categoria di peso più congeniale al fighter ed ottenerne così un vantaggio in termini di leve e prestazioni.
Vi sono però effetti che spesso non vengono tenuti in considerazione in vista di una gara, vediamone alcuni:
EFFETTI PSICOLOGICI DEL CALO PESO REPENTINO
Sugli effetti psicologici sono stati effettuati diversi studi, vedi Steen&Brownell et al. oppure Horwill et al. entrambi del 1990, Filaire et al. del 2001, Umeda et al. del 2004 ecc.. e, riassumendone le conclusioni, questo è ciò che ne uscito fuori:
Considerando per il momento solo gli effetti psicologici, da questa breve lista sembrerebbe che i CONTRO superino di gran lunga i PRO a livello mentale del fighter, ma non è sempre così.
Difatti questi effetti sono correlati tra di loro, e uno o più di essi possono predominare sugli altri e viceversa in tempi e per periodi diversi, determinando così risultati differenti in base a ciò che uscirà fuori dalla somma di questi effetti.
EFFETTI FISIOLOGICI DEL CALO PESO REPENTINO
Gli effetti fisiologici non sono pochi, anzi sono più di quanto un fighter possa pensare:
Ma con tutti questi effetti negativi, come fa il lottatore a combattere? La formula magica è racchiusa in un piccolo periodo di tempo (che va da qualche ora a più di un giorno) che spesso non viene nemmeno tenuto in considerazione dai più:
si tratta di quel lasso di tempo che vi è tra “FARE IL PESO” ed entrare sul ring/gabbia/tatami ecc..
Infatti vi è da considerare che il calo della performance si riscontra quando i lottatori NON hanno modo di reintegrare macro, micro nutrienti e acqua dopo la pesata (Webster et al, 1990; Hcknet et al. 1991;McMurray et al. 1991; Filaire et al. 2001)
Pertanto, quando vi è la possibilità di poter reintegrare, si riscontra solo un minimo o addirittura nessun effetto negativo sulla performance durante la prestazione di gara.
ALLA FINE DI TUTTO, SONO SEMPRE I NUMERI CHE PARLANO
Vi sono molti studi effettuati nel corso degli anni che hanno cercato di chiarire la relazione tra calo peso e vincita:
In questo breve articolo abbiamo visto quali sono i gli effetti del repentino calo peso e se è realmente necessario effettuarlo.
Ma come effettuare un calo peso riducendo al minimo gli effetti negativi che può portare?
Lo vedremo nel prossimo articolo..
PER ASPERA AD ASTRA
Allenamento Programmato per Fighter Professionisti
PER ASPERA AD ASTRA