LE 8 ABILITÀ BIOMOTORIE ASSOLUTAMENTE NECESSARIE PER UN FIGHTER (PARTE 2)

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Come anticipato nell’articolo precedente, in questa seconda parte parleremo di altre 3 abilità biomotorie assolutamente necessarie per un Fighter, ovvero Forza, Flessibilità ed Equilibrio.

Mentre se ti è sfuggito l’articolo precedente, puoi leggerlo qui:

https://www.combattraining.it/le-8-abilita-biomotorie-del-fighter-1/

Tornando a noi, eccoti la descrizione delle altre 3 abilità Biomotorie:

  • FORZA

Come già affermato nel precedente articolo, le abilità biomotorie sono interconnesse e si supportano l’un l’altro. Mantenendo questo concetto ben in mente, la Forza è la più importante abilità da dover sviluppare in quanto essa provvede a costituire la base della potenza e della velocità. Proprio per questa ragione, gli atleti più forti sono tipicamente anche i più potenti e veloci.

La Forza possiede diverse qualità ed espressioni, ma in questo articolo mi limiterò a parlarvi della Forza Massima, mentre le altre le andremo a vedere nello specifico in un articolo successivo onde evitare di dilungarci troppo.

Per definizione, la Forza Massima è l’abilità di creare la contrazione muscolare volontaria massima contro una resistenza. Per riportare questa definizione in termini numerici, sono state create le “3 alzate fondamentali” (Bench Press: distensione su panca piana, Back Squat: distensione di gambe, Deadlift: Stacco da terra) con la quale è possibile quantificare in modo oggettivo la propria forza semplicemente considerando quanto peso sollevi in kg. Ovviamente però, i fighter non possono limitarsi a quantificare la forza massima in termini generali attraverso le alzate, bensì bisogna tenere in considerazione la propria disciplina. Negli sport basati sul grappling, come il wrestling, il BJJ, il judo o la muay thai (nel caso di andare in clinch), i fighter necessitano di esser forti nelle contrazioni sia isometriche che dinamiche, così da potersi difendere dagli atterramenti e ribaltare la situazione a proprio favore. Nelle MMA, oltre ad aver bisogno della forza bruta, necessitano anche di esser mixata con un buon allungamento degli arti così da poter esercitare una posizione di controllo sia in piedi che per terra.

  • FLESSIBILITÀ

In molti Sport da Combattimento, la flessibilità è un fattore critico in quanto non coinvolge solo quanto una persona si sappia “ripiegare” su sé stessa cambiando l’angolo delle articolazioni, ma anche quanta forza si riesce ad esprimere in tutto il range di movimento che esse possiedono. Per intenderci, la flessibilità non è buona se non si ha anche una buona stabilità muscolare che permetta di imprimere forza durante tutto il movimento (nel libro che sto scrivendo vi è un intero paragrafo dedicato solo a spiegare in modo approfondito questi concetti). Pertanto, mobilità e stabilità non sono totalmente separate, bensì sono strettamente correlate a formare la flessibilità.

L’influenza della mobilità sulla stabilità e viceversa è la ragione per cui un riscaldamento fatto bene debba comprendere lavori di rilascio miofasciale e mobilità articolare per la mobilità e lavori di controllo motorio su più piani e diversi punti d’appoggio per la stabilità. Le ricerche, inoltre, hanno dimostrato già da tempo che eseguire questo tipo di riscaldamento e lavorare anche con lo stretching dinamico al posto del classico stretching passivo riduce drasticamente l’insorgere di infortuni e ha un’influenza positiva sulla performance (McMillan et al. 2006). Se ci soffermiamo un attimo su questi concetti, considerando la performance di un fighter deve essere potente ed esplosiva, come mai ci soffermiamo sempre a fare stretching passivo che nel lungo periodo inibisce proprio queste caratteristiche? Proprio per questo, quindi, un riscaldamento deve essere quanto più di propedeutico alla performance richiesta e non il contrario.

  • EQUILIBRIO

Indubbiamente l’equilibrio è una caratteristica utile al fighter e, come la coordinazione, dovrebbe essere inserita spesso negli allenamenti, ma spesso e volentieri viene sopravvalutata. L’equilibrio è un mix di risposte fornite al proprio corpo a valle di forze e stimoli esterni applicati su di esso. Negli SdC l’equilibrio di un fighter dipende dalla distribuzione del proprio peso e da come lo gestisce mentre è in movimento, ma dipende pesantemente anche dalla forza, specialmente nelle posizioni di clinch. Il fighter più forte potrà mantenere l’equilibrio più facilmente rispetto all’avversario, riuscendo anche a farglielo perdere ed effettuare un atterramento.

In questo articolo abbiamo brevemente visto le altre 3 abilità biomotorie che un fighter deve necessariamente avere. Tu ne hai mai sentito parlare? Se sì, le alleni? Quanto e quando le alleni? Sapevi, ad esempio, che lavorando concretamente sulla flessibilità avresti più possibilità di tirare efficacemente calci alla testa che sono, in assoluto, tra i colpi più devastanti e con maggiori probabilità di KO?

Se sei curioso di approfondire questi concetti, puoi richiedere una consulenza gratuita di 30 minuti scrivendomi via email o mandandomi un messaggio su whattsApp.

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